OPERE



ABOUT NON CONSCIOUS ARCHITECTURE

USA, 1972/1973

Documentata in un filmato girato per la Triennale '73 e in una ampia serie di fotografie che costituiscono quasi una catalogazione delle "not made by architects architectures" rilevate nel corso dei suoi viaggi negli Stati Uniti di quel periodo, il lavoro consiste nella constatazione dell'esistenza di un'architettura 'inconscia' che solo per il fatto di essere rimasta incontaminata o di essere stata costruita in quelle forme per necessità evidenti e elementari, costringe all'analisi e alla riflessione sul diverso atteggiamento nei confronti dell'architettura in contesto europeo o comunque nella moderna società capitalista.  Un viaggio cominciato nello Utah, nella zona mineraria del grande lago salato, con la constatazione che quelle strutture (gli smelter di trasformazione del minerale, le piccole dighe sul 'great lake', la grande miniera di rame a cielo aperto) erano state costruite in quel modo, o così modificate nella forma, dalle necessità del lavoro, "..perché quella era la soluzione più pratica e più conveniente, tutto qui."  E poi le strade "che non vengono da nessuna parte e che non vanno da nessuna parte, vanno solo da un punto a un altro", i paesaggi del deserto, le architetture del vento della Monument Valley, le abitazioni delle antiche popolazioni indigene che attraversano (spesso temporaneamente) quel contesto senza usargli alcuna violenza.  In un articolo su 'Casabella' (n.392-393/1974) Pettena pubblicherà poi sotto il titolo di  Fisicizzazioni non consapevoli, alcune tavole fotografiche per esemplificare questa metodologia di lettura dell'ambiente fisico, una metodologia che illustra in uno scritto nel quale questa sua esperienza viene definita come "un viaggio a ritroso per ritrovare le fila di un discorso ormai non troppo riconoscibile [perché] la sintonia, l'osmosi con uno spazio fisico dipende da tante abitudini mentali oppure da una disponibilità ormai perduta."