OPERE



CLAY HOUSE

Salt Lake City, Utah (USA), 1972

L'installazione, realizzata insieme agli studenti della University of Utah, è ancora uno studio sulla 'lavorazione' della materia, o piuttosto uno statement sulla rinaturalizzazione di luoghi e materiali denaturati: un processo che implica fasi di trasformazione successive, qui accuratamente documentate nel loro svolgersi. Una casa abitata, bianca, situata in un quartiere di case simili, middle class, bianche e tutte devitalizzate dall'anonimicità oltre che dall'uniformità della colorazione, viene totalmente ricoperta di creta, spalmata a mano, dal tetto ai vetri, dai muri alle porte, agli scalini. Anche se brevemente, solo per il tempo necessario perché la creta seccasse, l'edificio acquistò nuova vita, non soltanto per il diverso colore ma per la 'naturalità' del materiale usato che si trasforma ed e' vita in ogni momento della sua evoluzione, del processo di essiccamento, della formazione di cretti, della presenza degli insetti che lo esplorano.