ARCHIPENSIERO 5
I Edizione, Court Carrée del Louvre, Parigi, FIAC, 2009
II Edizione, PAC, Padiglione Arte Contemporanea, Milano, 2010
L'allestimento disequilibrante di questo 'brano di città' ormai a stento identificabile come architettura, sembra ribadire la correttezza della definizione, precedente di alcuni anni, di un critico (Pietro Valle in Gianni Pettena. Le métier de l'architecte, Arch'it, 2002) a proposito di Pettena quale "disseminatore di indizi" che "sceglie di sottoporre l'architettura a processi trasformativi naturali che ne minano la permanenza". L'intervento è ora infatti meno ironico e forse più venato di pessimismo, le forme più sfumate ed astratte, ma l'intenzione è la medesima di quella che animava le opere realizzate con ghiaccio, creta o cespugli negli anni delle prime esperienze statunitensi. Pettena sembra però deliberatamente rivisitare sempre più profondamente i linguaggi dell'architettura servendosi degli strumenti dell'arte, con una continua contaminazione semantica che gli permette di drammatizzare, accentuandole, le intenzioni degli anni iniziali.
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