IL RADICALE

ARTE AMBIENTALE

Gordon Matta Clark
Gordon Matta Clark

GORDON MATTA CLARK

(1943-1978)


Tutta l’opera di Matta Clark, considerato dalla critica più artista che architetto, è in realtà una riflessione e una denuncia sul mondo dell’architettura.  Egli infatti metaforicamente seziona, incide o distrugge edifici (building-cuts) per denunciare tanto i danni della speculazione edilizia quanto le manchevolezze e la miopia culturale degli addetti ai lavori.  Laureato in architettura alla Cornell University in anni (1968) in cui tra i docenti vi erano alcuni tra i massimi teorici del modernismo come Colin Rowe, compie un processo di critica e di rifiuto della professione così come stava avvenendo in Europa negli stessi anni con la protesta dei movimenti poi definiti di ‘architettura radicale’.  Il gruppo ‘Anarchitecture’ che fondò a New York con altri artisti (Laurie Anderson, Lucio Pozzi) nel 1973, e che si esprimeva con i mezzi più diversi, performance, fotografia, scultura, aveva soprattutto infatti, come quei movimenti, una funzione di protesta verso la cultura, non solo architettonica, del loro tempo.  Un’osservazione critica sugli spazi di risulta, ironizzando sul mito americano di possedere terra, è il progetto Fake Estates (1970), un acquisto virtuale di piccolissimi terreni inutilizzati e inutilizzabili a Manhattan, ma è soprattutto con i building-cuts che, intervenendo sugli edifici, egli intende alterarne la percezione e, con questo, determinare e definire nuove relazioni spaziali.  Con Bingo (1974) rimuoverà l’intera facciata di un palazzo destinato alla demolizione e sposterà i muri in un altro luogo. In Splitting (1974) un ‘taglio’ perpendicolare divide e al tempo stesso raddoppia specularmente una costruzione. A Parigi incide grandi ‘coni’ ( Conical Intersect, 1975) in edifici delle antiche Halles che sarebbero stati distrutti in vista della costruzione del futuro Centro Pompidou.  Operando dunque su costruzioni abbandonate o su terreni inutilizzati, Matta Clark parlava d’architettura ‘a contrario’, indagandone gli spazi e i materiali ma trasformandola in simbolo, in attività della mente che permetteva di riflettere anche sui problemi della società del suo tempo.